3 favole di Esopo da leggere sotto l’ombrellone

La spiaggia, lo sappiamo, è il luogo perfetto per giocare e spesso per i più piccoli è davvero difficile prendersi una pausa da tutto il divertimento. Per le ore più piccole però  una pausa sotto l'ombrellone è necessaria: tra un tuffo e la costruzione di un castello di sabbia, che ne dite di raccontargli una favola?  

Per divertirci insieme, abbiamo deciso di raccontarvi 3 favole di Esopo usando un linguaggio il più possibile adatto ai bambini senza cambiare l’insegnamento e la morale che ciascuna storia contiene.  Buona lettura!

IL CAVALLO E L’ASINO

Via Pagina Facebook Chegenio

C’erano una volta un cavallo e un asino che vivevano nella stessa stalla. Entrambi gli animali erano molto amati dal loro padrone, che non faceva mai mancare loro attenzioni e coccole. Tuttavia quando c’era da trasportare i pesanti sacchi di farina giù al mercato, sulla groppa del cavallo fiero ed altezzoso ne caricava solo due, mentre sulla groppa dell’asino buono e mansueto ne caricava molti di più. L’asino, ammirando la bellezza del cavallo e consapevole del suo lavoro, non aveva nessun tipo di problema a farsi carico di tutto quel peso, preservando così la bellezza dell’amico. Un giorno però, andando al mercato, l’asino venne caricato di troppi sacchi e cominciò ad accusare il peso della fatica. Il padrone era preso dalla strada e non si accorse del problema, così l’asino affaticato si rivolse al cavallo: "Cavallo, amico mio! Ho il fiato corto e faccio fatica a camminare. Puoi prendere uno dei miei sacchi di farina?”. Il cavallo fece finta di non sentirlo e continuò il suo cammino. Poco dopo l’asino, con la voce tremolante dalla fatica, disse: "Cavallo amico mio! Dammi una mano, tra poco cadrò, aiutami prendendo uno dei miei sacchi”.

Il cavallo incalzò: "Se il padrone ti ha caricato di tutti quei sacchi significa che li puoi portare!”. L’asino abbassò la testa e continuò il cammino. "Cavallo, ti prego, prendi almeno uno dei miei sacchi”. "No! Tieniti i tuoi sacchi e non disturbarmi più”, rispose il cavallo affrettando il passo. 

L’asino stremato si lasciò cadere a terra. In quel momento il padrone si accorse del povero animale ed esclamò: "Povera bestia mia. Ho sbagliato a caricarti di così tanto peso. Aspetta ora te li tolgo di groppa, prendi un po’ d’acqua e mettiti qui all’ombra. Cavallo, vieni qui, ora i sacchi li porterai tutti tu!”. Il cavallo non poté far altro che obbedire al padrone e pensò: "Che sciocco sono stato! Se avessi aiutato l’asino portando almeno un sacco, adesso non farei tutta questa fatica”. Il viaggio proseguì con il cavallo carico di tutti i sacchi e l’asino fresco e riposato.

Questa favola ci insegna che è meglio condividere le fatiche con gli altri, prima che ricadano tutte su di noi. L’unione fa la forza, dice il proverbio, e condividere le fatiche con gli altri è sicuramente un vantaggio per tutti.

IL CERVO E IL LEONE

Via Pagina Facebook Sbirulino Ludoteca Siena

C’era una volta in una grande foresta un cervo con delle maestose e ramificate corna. Il cervo era molto orgoglioso delle sue corna e spesso andava al laghetto solo per osservarle sul riflesso dell’acqua.  Non sopportava invece le sue zampe, così magre e ossute, rispetto alla magnificenza delle sue corna e del suo corpo atletico. Un giorno, mentre era al laghetto a specchiarsi, sentì un rumore tra i cespugli e notò davanti a sé un feroce leone che incontrando il suo sguardo ruggì ferocemente.  Il cervo capì subito di essere in pericolo e si diede alla fuga nella foresta, mentre il leone partì immediatamente all’inseguimento. Il cervo conosceva tutti i percorsi del bosco e intuì che per salvarsi avrebbe dovuto portare il leone verso la montagna, dove un torrente aveva scavato una profonda gola che lui, al contrario del leone, poteva saltare. Il leone incalzava sempre di più; per sfuggire alle sue zanne, il cervo iniziò a zigzagare tra gli alberi, saltando siepi e arbusti grazie alle sue zampe agili e scattanti. Il leone iniziò ad essere in difficoltà, la sua preda era troppo agile. Il cervo arrivò al torrente e saltò dall’altra parte mentre il leone, stanco e affaticato, si ritirò nella foresta. Il cervo si specchiò nel torrente e adesso non vedeva più con disprezzo quelle zampe magre e ossute che lo avevano appena portato in salvo.

Esopo ci insegna che la bellezza e la forza fisica non sempre ci aiutano, mentre alcune nostre caratteristiche che ci sembrano più fragili possono addirittura salvarci la vita dai pericoli.

LA VOLPE E LA CICOGNA

Via Pagina Facebook Le Favole di Esopo

C’erano una volta una volpe e una cicogna che avevano fatto amicizia. Una sera, la volpe invitò la cicogna a cena e decise di fargli uno scherzo: preparò un succulento brodino di verdure e lo servì in un piatto piano, dai bordi molto bassi. La cicogna si sedette a tavola e cercò di bere il brodo senza però riuscirci, a causa del suo lungo becco. La volpe, sorridendo sotto i baffi, continuò ad incitarla ma la cicogna, che aveva capito lo scherzo della volpe, disse: "Scusi signora volpe ma non mi sento molto bene, meglio rincasare. Vi invito a casa mia domani sera per ricambiare l’ospitalità”. 

La sera seguente la cicogna preparò un succulento pesce e lo servì in un vaso trasparente dal collo lungo e stretto, perfetto per il suo becco ma non per il muso della volpe, troppo grosso per arrivare fino in fondo. L'odore del pesce che non poteva mangiare fece arrabbiare molto la volpe che esclamò:  "Cicogna mi hai ingannato! Me ne vado a casa!”. La cicogna guardò la volpe con aria soddisfatta e disse: "Chi la fa l’aspetti!”.

Secondo Esopo, se si fa uno scherzo a qualcuno, bisogna essere pronti anche a riceverlo. Chi la fa l’aspetti… appunto.

E voi, cosa aspettate a leggere ai vostri piccoli queste storie?